Libri

Per ragioni familiari, ma non soltanto, sto frequentando molti ambienti culturali per bambini (fisici, come librerie ed eventi, ma anche televisivi, web, radiofonici). E credo di poter dire che c’è una grande assente tra i libri di edutainment: tra tanti dinosauri e tanto spazio, la medicina trova posto solo come elenco di curiosità o di prescrizioni igieniche, con l’eccezione degli atlanti di anatomia descrittiva e di quella (non sempre felice) dei libri per “spiegare la pandemia”. Per questo ho pensato di scrivere una storia divertente in cui la medicina fosse al centro di un piccolo giallo, e poi di mettere un giallo nel giallo, provando a parlare ai più giovani di presente, passato e soprattutto futuro. È il mio tentativo di restituire alla medicina la sua dimensione culturale e di sottrarla alla solita narrazione monodimensionale del “fa bene o fa male” e del “siamo fatti così”, per rimetterla nel suo posto naturalmente centrale nelle nostre vite personali e collettive.

Per le presentazioni nelle scuole: lettorisidiventa@salani.it

Qui la pagina web sul sito di Salani.

Per informazioni di altro tipo: silviabencivelli@gmail.com

Le mie amiche streghe, dalla presentazione dell’editore:

Romanzo d’esordio divertente ma non saccente sulle nostre superstizioni, e soprattutto sulle nostre fragilità. Perché tutti, prima o poi, cadiamo nel «non ci credo ma poi se funziona».

Alice ha quasi quarant’anni, non beve caffè, ha paura dei gabbiani, cura la gastrite con le banane, e sul mondo si concede di avere piú domande che risposte. Capire le cose difficili è la sua passione, e dopo che le ha capite ha il dono di saperle spiegare agli altri. Tecnicamente è un medico, in realtà fa la giornalista scientifica, è rigorosa fino all’impossibile, adora gli aperitivi e ha le stesse amiche dalle elementari. Amiche che la considerano una clamorosa rompiscatole. Perché Alice ultimamente le ascolta parlare e non le riconosce piú. Erano lucide e ragionevoli, adesso credono alle pozioni miracolose, alle terapie alternative, ai magici benefici del cetriolo e agli spaventosi malefici di generiche multinazionali del male. Ma forse sono i suoi occhi testardi a voler negare il potere inesauribile dell’irrazionalità.

Le streghe sono in finale al Premio Letterario Chianti 2018!

La strana biografia di uno strano scienziato dell’Ottocento che riuscì a farsi una reputazione nelle nascenti neuroscienze e nella nascente endocrinologia, nonostante un’irrequietezza terribile e grossi problemi di cittadinanza. Ma che poi rovinò tutto andando in giro a promuovere un elisir a base di testicolo.
Si coprì di ridicolo, inutile dirlo: fu la fine della sua carriera e l’inizio di una serie di ciarlatanerie che sono poi finite nel nostro immaginario e nella nostra letteratura secondo rivoli che ormai non si seguono più.
Si parla di errori, inquietudini, idee giuste e sbagliate (e poi, chi le sa mai distinguere veramente?), di realtà e di immaginazione. Di scienza e di libri, nei libri di scienza.
Sempre con Bollati Boringhieri, febbraio 2025.

Qui la puntata del Gomitolo Atomico in cui parlo del libro con Massimo Polidoro.
Il resto lo trovate nel libro.

Dalla quarta di copertina: Perché non ci credono? Perché sembra che sempre piú persone, anche colte, istruite, ragionevoli, si affidino ai preparati della sedicente medicina alternativa, a rimedi finto-antichi e a nuove pratiche new age? Perché preferiscono il Dr. Google ai medici in carne e ossa e non riconoscono piú la loro autorevolezza? A volte si arriva a prese di posizione radicali e a conflitti, come è successo recentemente per i vaccini o per i casi di cronaca che hanno coinvolto l’omeopatia. Piú comunemente si diffondono credenze pseudoscientifiche, mode e tendenze, spesso spinte dalla pubblicità. Silvia Bencivelli si chiede quali siano le ragioni profonde di questi fenomeni, intervistando persone che hanno fatto scelte contrarie a quelle indicate dalla scienza, e scienziati che ne riflettono con lei. Alla fine viene il dubbio che il problema non sia da cercarsi nei social network o nello spirito dei tempi. Ma nella nostra comune e fragile umanità. I sospettosi, insomma, siamo noi.

Qui la pagina web dell’editore.

Eva Mameli Calvino è stata una botanica importante vissuta tra il 1886 e il 1978, al lavoro tra la Sardegna, Cuba e la Liguria. Nata Mameli, e diventata Calvino sposando Mario, ha avuto un figlio famoso scrittore, di nome Italo, attraverso il quale viene oggi più spesso ricordata.

Eva Mameli Calvino ha però avuto una vita vivace e interessante di suo: ha partorito in una capanna nel mezzo di una rigogliosa stazione agraria cubana, ha coltivato il primo avocado italiano, ha scritto centinaia di articoli scientifici, e se i nostri terrazzi sono fioriti di gerani e ciclamini è anche grazie ai consigli che per anni ha dato ai pollici verdi. Figura riservata, austera, severa, e non molto raccontata, è stata scienziata in un’epoca in cui alle scienziate veniva dato poco spazio, e ha vissuto in un’Italia in cui era ancora possibile farsi un orto botanico nel giardino di casa. Dopo la sua morte, il giardino di casa è stato convertito in un parcheggio.

Electa editore, nella collana OILÀ curata da Chiara Alessi dedicata alle storie di protagoniste del Novecento: figure femminili che nel panorama ‘creativo’ italiano e internazionale si sono distinte in rapporto a discipline e mestieri ritenuti da sempre appannaggio dell’universo maschile.

Qui la presentazione del libro all’Eredità delle donne 2023.

Uscito il 19 maggio 2023, ristampato altre cinque volte (per ora!). Ha vinto il Premio Nazionale Divulgazione Scientifica Giancarlo Dosi del CNR e dell’Associazione italiana del libro.

Qui il racconto che ne ho fatto per una Lavagna del Festivaletteratura di Mantova.

Dalla quarta di copertina:

“Eroica, folle e visionaria” parla di autoesperimenti e autosperimentatori, medici che hanno deciso di provare le proprie idee direttamente su se stessi, spesso con un tocco di pazzia e di incoscienza, altre volte con sincero altruismo e cocciuto coraggio. D’altra parte per ogni nuova medicina o per ogni nuova tecnica medica deve esserci pur stato un primo “fruitore”. Una scoperta deve essere provata su qualcuno per essere certi che funzioni. Quel qualcuno, in molti casi, è stato lo stesso che ha avuto l’intuizione e ha deciso di metterci il corpo per dimostrare di avere ragione. Talvolta il gesto non ha portato a risultati apprezzabili e si è perso nel nulla, altre volte è stato fatale; in qualche caso ha spianato la strada a un premio Nobel e ha segnato un avanzamento fondamentale delle nostre conoscenze.
Ma perché sperimentare su di sé? La motivazione più alta è un generoso «non farei mai ad altri quello che non ho il coraggio di fare a me stesso». Ma a leggere le molte storie raccontate in questo libro si scopre che c’è anche chi l’ha fatto solo per comodità, o perché non veniva creduto da nessuno, o perché era semplicemente incapace di fidarsi di qualcun altro. Molti, poi, lo hanno fatto per pura curiosità, e alcuni persino per rabbia o per ripicca.
Silvia Bencivelli scrive con penna ironica e leggera, toccando gli argomenti chiave del rapporto tra medicina, società e potere, coinvolgendo il lettore in alcune delle più incredibili storie della medicina, dal Seicento ai giorni nostri. Incontreremo medici che si fecero pungere intenzionalmente da zecche e zanzare per dimostrare l’origine di una malattia, spericolati inventori di rivoluzionarie tecniche chirurgiche, avventati sperimentatori di sostanze ignote e persino chirurghi che si auto-operano, per farsi pubblicità o perché privi di alternative. Sono vicende che non lasciano certo indifferenti, e nel loro complesso tracciano una storia della medicina decisamente diversa da quella che viene generalmente raccontata.

Sul sito dell’editore, la pagina sul libro.

I libri precedenti